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Sara Grandi e Flavia Spasari OVER ULTRA

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Sara Grandi e Flavia Spasari, OVER ULTRA
a cura di Elena Perugi
18 gennaio al 9 marzo 2025
inaugurazione 18 gennaio 2025 ore 17:00.
mudaC | museo delle arti Carrara

Sabato 18 gennaio alle ore 17:00 nella Project room del mudaC | museo delle arti Carrara inaugura alla presenza delle artiste e della curatrice la mostra OVER ULTRA di Sara Grandi e Flavia Spasari promossa dal Comune di Carrara e curata da Elena Perugi.

 

La biosfera è definita in biologia come l’insieme delle zone della terra in cui le condizioni ambientali permettono lo sviluppo della vita. Un bioma è un'ampia porzione di biosfera, individuata e classificata in base al tipo di vegetazione dominante o alla fauna prevalente. Poiché tutti gli esseri viventi vivono influenzandosi reciprocamente, un bioma è costituito da popolazioni e comunità di esseri viventi che interagiscono fra loro in un determinato territorio. In esso le definizioni di individuo e collettività non sono più così distinte. Là dentro c'è tutto ciò che ha significato per te.

 

La Pale Blue Dot è una fotografia del pianeta Terra scattata nel 1990 dalla sonda Voyager 1, quando quest’ultima si trovava a sei miliardi di chilometri di distanza da noi, ben oltre l'orbita di Nettuno. Si tratta della prima foto del pianeta Terra scattata oltre tutti gli altri pianeti del Sistema Solare. L'idea di girare la fotocamera della sonda e scattare una foto della Terra dai confini del Sistema Solare è stata del più famoso astrobiologo del Novecento, Carl Sagan.

Quella foto è qui. Quella foto è casa. Siamo noi. I confini nazionali e i manufatti umani non sembrano più tanto reali; solo la biosfera, la sola casa della vita. Dunque over come fine, e ultra come stimolo ad andare oltre e superare le dicotomie, in particolare quella del binomio naturale e artificiale, organico e inorganico, come due fazioni avversarie che combattono da secoli per aggiudicarsi la supremazia su un angolo di questo pixel.

 

OVER ULTRA è una riflessione sui punti di contatto fra due pratiche distinte, in un’ottica, non più di distinzione bipersonale, ma di rispettiva contaminazione.

 

SARA GRANDI (1995) nata a Varese. Frequenta il triennio e il biennio di scultura all’Accademia di Belle Arti di Carrara, città dove attualmente vive e lavora. La sua ricerca si divide tra sculture e installazioni che si ispirano alle più svariate sfaccettature dei processi metamorfici, attingendo al vastissimo vocabolario iconografico del mondo vegetale. La commistione di tecniche e materiali diversi è ciò che accompagna il suo lavoro: dalla coltivazione di muffe, all’utilizzo del calco diretto in argilla, alla lavorazione della pietra. La sua pratica si configura come il tentativo costante di comprensione del cambiamento, inteso come inevitabile esperienza temporale che genera cortocircuiti e infinite possibilità. Tra il 2021 e il 2022 partecipa al progetto Fare arte contemporanea di Estuario Project Space e alla realizzazione dell’opera Dead Dance di Giulia Cenci per la 59esima Esposizione Internazionale d'Arte de La Biennale di Venezia 2022. Nel 2023 ha partecipato alla residenza artistica Falìa a Lozio (BS) curata da Alice Vangelisti e ha esposto alla 12esima edizione del Premio Francesco Fabbri (TV). Nel 2024 ha preso parte al programma di residenze artistiche in Francia Nouveau Grand Tour promosso dall’Istituito Italiano della Cultura di Parigi e dal Ministero della Cultura.

 

FLAVIA SPASARI (2000) nata a Chiaravalle Centrale in Calabria. Si laurea all’Accademia di Belle Arti di Carrara in arti visive e scultura, attualmente vive e lavora a Venezia mentre frequenta la magistrale di arti visive allo IUAV. Il suono e le registrazioni sul campo rappresentano il collante di tutta la sua produzione, che attraverso un costante processo di commistione tra diversi linguaggi, mira al disvelamento delle interrelazioni nascoste nella sfera del sensibile. L’interesse per il suono, nella dimensione dell’ascolto, accompagna il suo pensiero in senso teorico e pratico, specialmente nei suoi ultimi lavori che hanno come intrinseche proprietà i concetti di iterazione, frammentazione e percezione del sensibile. Nel 2022 vince il Premio Nazionale delle Arti per la sezione Scultura. Nel marzo 2023 ha esposto la sua prima mostra personale alla Galleria Alessio Moitre di Torino e ha partecipato come finalista nella sezione Academy al Ducato Art Prize. Ha performato nel 2024 presso PASE PLATFORM a Venezia e ha contribuito con un’installazione sonora site-specific al ciclo di mostre UN/NATURAL a Spazio TORRSO (PU) per Pesaro Capitale della Cultura 2024. Nell’ultimo anno ha inoltre collaborato con Francesco Fonassi al progetto Dream Klub per la 60esima edizione del October Salon di Belgrado a cura di Dobrila Denegri e Lorenzo Balbi.

 

Elena Perugi (1993) nata a Pisa. Laureata nel 2015 al Politecnico di Milano in Architettura, segue nel 2015 un Master in Fine Arts al Chelsea College of Arts di Londra, nel 2016 inizia il biennio specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali alla NABA di Milano, da circa tre anni è rientrata a Carrara, dove attualmente vive e lavora. Nel 2019 presenta la prima versione del progetto performativo itinerante “Rapsodia botanica” nel Projektraum di Morel a cura di Sonnenstube a Lugano (CH). Nel 2020 inizia la collaborazione con la redazione di Isit, magazine di Roma, che sfocerà poi nel 2021 nell’Installazione multimediale “All the wrong things are on fire” presentata in occasione di Art Verona per la sezione Pages a cura di Ginevra Bria. Nel 2022 co-fonda insieme a Chiara Franchi (e dal 2024 Benedetta Pisani) Tiresia, uno spazio indipendente dedicato all’arte contemporanea con base a Carrara. La sede oltre a offrire al pubblico una programmazione continua da maggio a dicembre, dal 2024 si amplia con l’annessione di Mantica Project, una residenza artistica e insieme un laboratorio creativo permanente.

 

 

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